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BRACCIO DI FERRO
POPEYE THE SAILOR

Popeye è ormai, da mezzo secolo, un mito del comic, che è stato sempre
più ingigantito dalle infinite riproposte dei cartoni animati
- che avevano per protagonisti, oltre, certo, Popeye, la sua ragazza Olive e il colossale cattivo Bluto girati, dal lontano 1933, dai fratelli Max e Dave Fleischer.
Popeye the Sailor apparve nei fumetti, per mano di Elzie Crisler Segar, il 17 gennaio 1929 (nella versione giornaliera, ché in quella
domenicale bisognò aspettare il 9 marzo 1930) sul New York Evening Standard, in una serie, The Thimble Theater, già vecchia di nove anni (era nata il 19 dicembre 1919) ed
animata dalle gags della dolce ma manesca Olive Oyl, del suo corteggiatore Ham Gravy e del di lei fratello Castor Oyl.
Popeye era inizialmente un prudente marinaio guercio dalla condotta
alquanto anarchica, il quale parlava, farcendolo di parole inventate
e di umoristici strafalcioni, un suo proprio gergo pressoché intraducibile
che tuttavia, benché non spetti a noi tessere elogi di un nostro
collaboratore, è stato godibilmente reso da Luciano Guidobaldi in un idioma a noi comprensibile. Il prudente marinaio si trasformò
ben presto in un irascibile picchiatore, dal pugno facile e risolutore,
anche in virtù delle robuste porzioni di spinaci ingurgitate ed
è arcinoto che questa verdura contiene ferro assimilabile.
Nelle sue storie, dopo di lui, fece irruzione una moltitudine
di riuscitissimi e poi famosissimi personaggi: J. Wellington Wimpy, il vorace divoratore di hamburger, perennemente affetto da una
fame arretrata risalente agli inizi della Grande Crisi; il piccolo
Swee' Pea; Eugene the Jeep; Oscar; Toar; Geezil; Alice; infine Poopdeck Pappy, l'impenitente donnaiolo padre di Popeye (ne sa qualcosa la povera Olive!).
Le storie attribuibili a Segar cessarono col 10 dicembre 1938 per le strips (Il monarca di Roccaverza) e col 2 ottobre dello stesso anno per le sunday pages (Popeye alias Poopdeck), ma già dal settembre strisce e tavole non era state più firmate.
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