BRICK BRADFORD
IL CAVALIERE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO

Le avventure di Brick Bradford, narrate e visualizzate per lungo tempo sempre dallo stesso duo Ritt-Gray - al quale la Central Press Association (assorbita poi nel King Features Syndicate) aveva chiesto di realizzare un fumetto di genere avventuroso che raccogliesse in sé gli elementi poliziesco e fantastico e soprattutto fantascientifico - costituiscono uno dei serials più rappresentativi di quei particolari derivati della cultura chiamati, ormai impropriamente, “comics”.
Nella produzione giornaliera, iniziata il 21 agosto 1933, sono presenti, più o meno costantemente, gli stessi personaggi: Brick Bradford, naturalmente, e Sandy Sanderson, appassionati di aviazione, comune aspirazione dei giovani d'allora; June Salisbury e suo padre Van Atta Salisbury, uomo di cultura; lo scienziato Kalla Kopak. Questi “character” non ricorrono, invece, che occasionalmente nella versione domenicale, nella quale Brick è spesso solo con la sua cronosfera, coprotagonista che, d'altra parte, non compariva nella produzione giornaliera. La cronosfera, della quale si fa conoscenza nella domenicale del 16 ottobre 1937, è una “macchina del tempo” di derivazione wellsiana a forma di trottola, costruita in modo che, mentre essa gira vorticosamente, il ponte di comando e gli alloggiamenti rimangono immobili. Vale la pena di rilevare che questo marchingegno era però già apparso il 20 aprile 1935 in una breve storia (“The Time Top”) avente come protagonista April Southern ( figlia di quel professor Horatio Southern che tanta parte avrà nelle domenicali di Brick) e pubblicata dal 20 aprile al 22 giugno 1935 come “top”di Brick Bradford.
Nelle strisce giornaliere, che Gray illustrò fino all'1 ottobre 1952, dopo che Ritt ebbe ritirato la propria collaborazione, Bradford si avventurò in perdute città incaiche, in isole dai ghiacci eterni celate nel Mare di Beaufort, in Alamoot, fortezza dalla quale il “Vecchio della Montagna” e la sua banda di Assassini avevano devastato il Medio Oriente nel XII secolo (il termine “Assas” significa “Fondamento”, e in questo senso gli Assassini non sono che i precursori degli odierni Fondamentalisti); si scontrò con Temuchin, Khan dell'Orda d'Oro, e con il malvagio Avil Blue, realizzatore di un robot gigantesco; si introdusse fra gli atomi di una moneta, dei quali visitò gli elettroni, simili a pianeti orbitanti attorno a soli protonici; risolse il mistero che avvolgeva una bambola appartenente ad una tribù di pellirosse; viaggiò nelle allora misteriose terre dell'Antartide e insomma ebbe tantissime avventure che la Comic Art ha tutte riproposte nella Collana Gertie Daily.
Le vicende in versione domenicale, che Gray realizzò dal 25 novembre 1935 fino al 24 febbraio 1957 (per poi venire anch'esse, come le strips, proseguite da Paul Norris), videro Bradford capitare dapprima in un gruppo di isole sconosciute poste nel mezzo di un invalicabile cerchio di acque marine rotanti vorticosamente; di qui Brick penetrò nel centro della Terra, dove spuntavano dappertutto e in continuazione orde di combattenti come nella leggenda di Cadmo e dei denti strappati al misterioso serpente i quali, seminati in terra, generavano la stirpe del drago: esseri alati, arcieri seminudi, soldati in armature complete di cimieri, loriche e schinieri, insomma tutto un campionario di guerrieri radunati dalle leggende e dalle epoche storiche più disparate, affrontate però con ricchezza semantica. E, finalmente, il primo viaggio per un futuro posto a cinquemila anni dalla nostra epoca, durante il quale Brick vide un monumento dedicatogli verso il 5300, e poi il secondo viaggio nel tempo (durato un decennio), che portò l'eroe al ritrovamento (1948) del tesoro di un avo di Southern, al quale seguì un altro viaggio nel paese dell'unicorno e del grifone, e infine un viaggio spaziale alla ricerca del Cristallo Q, dalle strabilianti proprietà. Queste pagine settimanali sono state pubblicate dalla Comic Art a quattro colori sempre nella collana Gertie.
La scansione tematica dei singoli episodi della produzione giornaliera comporta un lungo avvio con avventure minori, un acme centrale e un finale generalmente disteso, spesso usato per introdurre l'episodio successivo; questa versione, inoltre, è caratterizzata da sequenza dinamiche, in particolare di acrobazie aviatorie, di tipo cinematografico, mentre la struttura degli episodi della produzione domenicale che coprono più lunghi periodi e si avvantaggiano uniformemente - grazie alle tavole grandiosamente concepite e splendidamente illustrate - del tono favolistico tipico delle pagine settimanali, rende gradevole il gustarli soprattutto per l'ariosità e il maggior dettaglio del disegno. Ma identico è l'inconfondibile stile del disegnatore Clarence Gray, preciso e pulito, un po' sommario nelle strisce giornaliere (ma quanto efficaci sono le rappresentazioni di infiniti strumenti, armi, macchine fantascientifiche, carri armati ed aerei avveniristici!) e però sempre elegante e dotato di una non trascurabile carica d'ironia. La stessa carica si ravvisa anche sotto le pretese intellettualistiche, d'altra parte spesso giustificate, del geniale soggettista William Ritt, i cui ricordi mitologici e storici e le cui estrapolazioni di teorie scientifiche (come di quella einsteiniana del rapporto spazio-tempo e dell'altra, oggi da rivedere, di modello planetario degli atomi) lo portarono ad ideare un fumetto che si differenzia da altri comics del genere avventuroso sia per originalità che per chiarezza d'esposizione: Brick Bradford appare uno dei non numerosi comics che sempre ebbe, come costante filosofia, quella di essere esauriente, cioè di rispondere alle fondamentali domande delle quali ogni professionista delle comunicazioni di massa deve rendere conto: chi, cosa, dove, quando, come, perché.
Si tratta perciò di un'opera che ha tutte le carte in regola per imporsi tutt'ora all'attenzione dei lettori giovani, e anche meno giovani, d'oggi, ai quali può offrire più d'uno spunto di riflessione.


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